Viviamo per il Signore – XXIV domenica T.O. Anno A

“Viviamo per il Signore” (Rom 14,8).

“Esistere è un fatto, vivere è un’arte” ha scritto Enzo Bianchi e questa è solo una delle tante frasi interessanti sulla vita, segno che non è assolutamente un’esperienza scontata, ma da imparare, con dei segreti che chiedono di essere scoperti e sperimentati, Vive davvero chi ha delle motivazioni e degli obiettivi nel cuore, chi da libertà alla sorgente di vita che gli sgorga dentro e la riversa per qualcosa di grande.

Gesù Cristo ci ha portato dentro al mistero della vita: si è fatto lui stesso vita per noi, ma ci ha pure insegnato a vivere, mostrandoci che vive davvero non chi tiene la propria vita per sé, ma chi la dona insieme a lui, chi la spende nell’amore. Ci ha indicato che si vive davvero quando ci si spende non tanto per qualcosa, per quanto grande, ma per qualcuno, per Dio e, insieme a lui per gli altri, persone uniche e irripetibile, ciascuna con un volto e un nome. Egli ci ma manifestato che vivere per Dio è il segno della vera maturità umana. Ci accorgiamo, però, che siamo lontani molte volte da questa stile. Riusciamo a vivere a brevi periodi per qualcosa di importante, per una scelta o un progetto che ci coinvolgono, oppure per qualcuno, magari un gruppo di ragazzi o addirittura per una comunità, poi, però, ci ritroviamo a cercare la nostra soddisfazione, il nostro benessere, finendo con non vivere più per loro e rinchiuderci in noi stessi.

Vivere è un’arte che si impara soprattutto mettendo mano al nostro cuore, educandolo all’amore vero, al dono riconoscente e gratuito. Dal cuore nascono tutti i sentimenti e le emozioni, e soltanto chi li sa riconoscere, accogliere e gestire si addentra nell’arte della vita. I sentimenti, anche quelli che non ci piacciono, sono una forza che possiamo incanalare, così da esprimere noi stessi: sono un dono da conoscere e gestire, imparando giorno dopo giorno a dare respiro ed espressione a ciò che è sano e fa bene a noi e agli altri, alla maniera di Gesù. Uno dei segni della propria maturità, allora, diventa la capacità di provare ed esprimere “compassione” verso gli altri, un sentimento e un atteggiamento che nasce soltanto in un cuore riconciliato, un cuore che non porta dentro “rancore e ira”, che non si “vendica” e non resta in “collera”, non odia ma “perdona”. Solo se impariamo a vivere per il Signore viviamo davvero, solo se viviamo per lui, la vita diventa ricca di senso, di gioia, di pienezza. È dal Signore che dobbiamo accogliere la vita ed è per lui che siamo chiamati a vivere.

Chiediamoci per che cosa viviamo: verifichiamo se viviamo per qualcuno o solo per qualcosa o per noi stessi. Chiediamoci se viviamo o esistiamo soltanto. Poi lasciamoci condurre dal Signore, attraverso un cammino feriale e impegnativo, ma anche entusiasmante, alla vita vera, al dono di noi stessi insieme a lui e per lui.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea