Tu sei buono, Signore – XVI domenica T.O. Anno A

Tu sei buono, Signore. (Dal Salmo 85)

In diversi modi oggi il Signore viene a raccontarci la sua bontà, che si manifesta soprattutto nella misericordia e nel perdono. È una bontà difficile, che ci spiazza, perché sembra essere ingiusta: come può Dio permettere la presenza del male e come può perdonarlo?

Forse a rendere così difficile la bontà, a farci percepire così lontano il sentire e l’agire di Dio, è lo sguardo corto, la fatica che facciamo a guardare l’insieme della vita e della storia: a renderci poco familiare la misericordia di Dio è la poca pazienza, la fatica di aspettare la crescita del bene, la pretesa di vedere schiacciato adesso il male. Quanto ci manca è la visione d’insieme e allo stesso momento puntuale di Dio: egli vede ogni realtà nel suo presente, ma anche nel suo essere parte di una storia più grande, eterna, in cui è lui che agisce. La vita è come un campo seminato, ci dice nel Vangelo, dove grano e zizzania stanno assieme, dove il bene abita accanto al male, in attesa di una mietitura che, soltanto quando sarà il momento giusto, porterà a compimento la semina.

Oggi il Signore ci chiama a contemplare la sua bontà per imparare poi a guardare la realtà con i suoi occhi, a sentirla con il suo cuore, nella certezza che è lui il Signore della storia. La sua parola ci chiama a stare dentro alla vita dando il giusto valore al bene che, rispetto al male, è prezioso e destinato a crescere, proprio come Dio, il Sommo Bene. Ostinatamente possiamo anche noi, prima che impegnare energie nella lotta contro il male, investire tutta la nostra persona nel bene, nel valorizzare quello che c’è dentro di noi e attorno a noi, nella comunità cristiana e nell’intera società, a valorizzare ogni traccia di quel bene infinitamente più grande che è Dio.

Fermiamoci in questa domenica in compagnia di Dio a guardare il grano del bene che ci abita e che è presente lì dove siamo: guardiamolo con onestà profonda, riconoscendo la bontà anche di realtà, esperienze e doni che non ci appartengono, ma che insieme a Dio sono destinati a rimanere per sempre. Prendiamo in mano il grano buono che è parte della nostra vita e consegniamolo al Signore, pronti a metterci in gioco per farlo crescere e condividerlo.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea