«La messe è abbondante» – XIV domenica del tempo ordinario, anno C

«La messe è abbondante» (Lc 10,2)

Il tg, i giornali, i nostri discorsi,… spesso sono un elenco di cose che non vanno, di problemi, di negatività. Gesù, invece, ha sempre una parola diversa, bella. Così in questa domenica. Egli ci parla di un raccolto abbondante, di spighe mature, di frumento ormai pronto per essere mietuto e diventare farina e pane da mangiare, dono per la tavola, cibo per chi ha fame, gioia per chi siede insieme. Talvolta, abbiamo interpretato questo Vangelo come un lamento sul tanto lavoro da fare e sulla scarsità di vocazioni sacerdotali, ma oggi Gesù dice, anzitutto, che dinanzi a noi vi è un dono maturo e pronto per essere raccolto, che in questo mondo c’è tanto bene da mietere. Sì, attorno a noi ci sono persone che amano e si dedicano ogni giorno a fare crescere il Regno: il bene c’è ed è anche nella nostra vita, nella parrocchia e nel territorio in cui abitiamo, nel mondo di oggi attraversato da tante contraddizioni.

Come mai, se c’è una messe abbondante, talvolta coltiviamo lamentele, tristezze, pessimismi? Come mai è forte in noi l’impressione che ci manchi il giusto e arriviamo a percepire l’altro come un ostacolo al nostro bene, alla nostra realizzazione? Guardando Gesù riconosciamo degli occhi capaci di vedere bene le cose, di vederle per quello che sono davvero. Anche lui vede le ingiustizie, le miserie, le storture, la zizzania e la gramigna che infestono il campo del mondo, ma i suoi occhi non si soffermano su questo, vanno più in là, vanno oltre, vedono ciò che conta davvero. Sono questi occhi ciò che anche noi siamo chiamati a far crescere e custodire, occhi capaci di contemplare, ossia di vedere dentro e oltre alle cose, occhi che nel silenzio si lascino riempire, interrogare, stupire e accompagnare alla sorgente di tutto ciò che esiste ed è vita, fino a incrociare gli occhi di Dio. Il tempo estivo potrebbe essere il tempo in cui imparare a guardare la vita con questi occhi: le pause dal lavoro e dallo studio, le esperienze vivaci e gratificanti di servizio accanto ai ragazzi e ai giovani, le ferie con qualche amico o con la famiglia, sono occasioni per fare posto a sguardi più calmi e profondi, capaci di sostare lì dove di solito non sostiamo perché presi dal correre quotidiano e in balia di ciò che altri vogliono farci vedere e così vedere ciò che vede il Signore.

La messe abbondante attende anche dei mietitori, altrimenti il grano maturo rimanendo nel campo cade e marcisce… La messe chiede persone che la raccolgano e la facciano diventare farina e pane buono da mangiare. E questo è il mandato che Gesù affida a 72 suoi discepoli e a ogni battezzato, anche a noi! Egli ci chiede di uscire per vedere il bene, per avvicinarci ad esso e mieterlo, prepararlo e condividerlo. Il bene presente nel mondo ci chiede di smetterla di pensare a noi stessi, di smettere di coccolare le nostre tristezze e paure, per andare verso gli altri con cuore largo, facendoci semplici strumenti d’amore del Signore. Si tratta di andare verso gli amici, i fratelli, i più deboli, gli sconosciuti, facendo attenzione al bene che portano e cercando di valorizzarlo, di promuoverlo, di aprirlo a un di più di vita, di impegno, di dono per gli altri, donando fiducia, la stessa che ha Gesù nei nostri confronti. Il bene c’è ed è un dono per me e per gli altri, messe abbondante da raccogliere e condividere a nome di Gesù.

Desiderosi di essere operai capaci di vedere i campi di grano maturi, di gioirne e di lavorare per la raccolta, preghiamo in questa domenica perché il Signore ne mandi altri per la sua messe. Preghiamo perché ogni battezzato si apra a questo sguardo e impegno nuovi, avvertendo la gioia di uscire dal proprio guscio e andare verso il mondo a raccogliere il bene che già lo attende. Preghiamo perché ci siano giovani che accolgono la chiamata di Dio a spendersi a tempo pieno per questo servizio con gli occhi nuovi del Vangelo.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea