Se uno entra attraverso di me, sarà salvo – IV domenica di Pasqua – Anno A

Disse Gesù: «Se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo». (Gv 10,9)

In ogni ambiente c’è una porta: piccola o grande, bella o povera, rende possibile l’entrare e l’uscire da un ambiente verso un altro. Avere una casa, avere una stanza in cui poter stare al riparo dal freddo, dalla pioggia o gustare la compagnia delle persone è importante e necessario ma altrettanto lo è la libertà di muoversi, di uscire, di incontrare gli altri, di stare in mezzo alla natura, di svolgere i nostri impegni. Ci accorgiamo, allora, dell’importanza di una porta… soprattutto quando arriva la primavera e possiamo uscire fuori all’aperto, quando torna il sole dopo la pioggia, quando si ha appuntamento a cui partecipare,…

Ci sono altre porte, però, nella vita, nella stanza della nostra vita che si spalancano su un oltre… Sono le porte che ci danno la possibilità di andare verso il futuro, di crescere, di incontrare gli altri, di attraversare i pericoli e le difficoltà, di vivere la nostra vocazione. Questa porta ha un nome, è una persona: Gesù. È lui colui che ci dà le tante occasioni della vita. Egli è anche il buon pastore, però, che ci chiama tutti per nome, in particolare ogni ragazzo e giovane, perché ci fidiamo della sua voce, ci lasciamo da lui affascinare e lo seguiamo, uscendo verso il futuro con fiducia. E noi siamo tutti chiamati a pronunciare “Eccomi” a questa proposta, un eccomi non di parole ma della vita, una vita che lo segue, che va dietro a lui con fiducia.

Seguire Gesù non è seguire uno sconosciuto, ma una persona che ci vuole bene, ci ama, ci conosce. Egli ci conosce in profondità più di quanto noi non conosciamo noi stessi. Il suo chiamarci per nome dice proprio questo: pronuncia un nome nudo, senza ruoli, senza etichette, senza pregiudizi e soprannomi… un nome che porta in sé la nostra vocazione. Seguire Gesù, allora, è anzitutto seguire colui che ci realizza offrendoci una missione e portandoci verso di essa, verso le persone e i luoghi in cui viverla. Egli ci chiama per portarci verso la nostra vocazione, verso una vita da sposo, da prete, da religioso o consacrato, da laico impegnato nella Chiesa e nella società… come fosse una terra sempre nuova in cui inoltrarci.

Oggi questa Parola risuona in un modo tutto particolare.
Come ogni anno la quarta domenica di Pasqua è dedicata in tutto il mondo alla preghiera per le vocazioni.
“Alzati, va’… e non temere” è lo slogan che la accompagna.
Sentiamo rivolta a noi ogni singola parola di questo slogan.
Alziamoci tutti, ragazzi, giovani, adulti, comunità cristiane, contenti di aver incontrato Gesù, di aver ricevuto il vangelo, di essere chiamati per nome da lui.
Mettiamoci in cammino, verso di lui e con lui verso gli altri, verso la vita e le sue responsabilità, desiderosi di amare piuttosto che di essere amati, di donare piuttosto che ricevere.
Facciamolo senza timore, certi che il Pastore buono e affascinante è con noi, ci accompagna in ogni istante con premura e, se anche ci invita a camminare su sentieri impegnativi, è perché sa che non smetterà di starci accanto e donarci energia e luce per il cammino.

– don Silvano, Casa Sant’Andrea