Chi compie ciò che è retto e giusto, fa vivere se stesso – XXVI domenica T.O. anno A

“Chi compie ciò che è retto e giusto, fa vivere se stesso” (Ez 18,27).

In questi giorni ho condiviso con i seminaristi del Seminario Maggiore diocesano, l’esperienza della Missione Giovani, una settimana di incontri, preghiera e festa in alcune Parrocchie, desiderosi soprattutto di incontrare i giovani e condividere con loro la gioia della fede. Ne abbiamo incontrati tanti: non molti di loro frequentano la Parrocchia, pregano e coltivano la fede, eppure in ciascuno di quelli incontrati abbiamo riconosciuto un profondo desiderio di vita.

Ognuno, i giovani, ma non solo, cerca la vita piena, la realizzazione della propria storia, la felicità. È vero, tuttavia, che spesso questa ricerca si addentra su strade chiuse, su vicoli stretti che si stringono sempre di più. Come dice la prima lettura di questa domenica, “ci si allontana dalla giustizia e si commette il male e a causa di questo si muore” (cf. Ez 18,26), a volte fisicamente, ma soprattutto interiormente, spegnendosi, perdendo la forza di affrontare le giornate, senza una motivazione che allarghi il cuore.
Per chi non ama davvero la vita, non c’è vigna in cui andare a lavorare: ogni impegno, ogni responsabilità diventa un peso, un male da evitare. Al massimo c’è la tensione a far bella figura, a non perdere la faccia, ma non l’impegno a partire da dentro.

Oggi il Signore rinnova la sua chiamata a vivere, ad andare nella sua vigna per prendersi cura del suo Regno, delle persone, del mondo, ma non viene da se una risposta generosa. C’è bisogno che prima maturino in noi “i sentimenti di Cristo”, come ci invita Paolo nella seconda lettura (Fil 2,5), che cresciamo interiormente, che cerchiamo la nostra realizzazione nel donare noi stessi, come Gesù, fiduciosi, fino alla fine.
Prendiamo confidenza con Gesù, con il suo stile, con gli atteggiamenti che assume dinanzi alle diverse situazioni: egli ha sentimenti come noi, ma che sa ascoltare senza lasciarsi guidare da essi. Lui sceglie quali sentimenti coltivare e come farlo, educando ed educandoci all’amore, ad una risposta generosa e fiduciosa al Padre.

Gesù ha vissuto davvero in pienezza, tanto da essere ancora il Vivente e anche noi possiamo essere persone vive, che “fanno vivere se stesse” (Ez 18, 27). Guardiamo a lui, impariamo da Gesù a guidare il cuore e a indirizzarlo verso il bene, verso l’amore, verso la gratuità, verso il dono, nonostante non sia semplice e talvolta faccia paura e provochi dolore. Allora vivremo davvero, perché faremo “la volontà del Padre” (Mt 21,29)

– don Silvano, Casa Sant’Andrea